mercoledì 19 novembre 2008

Supermanager a casa per favore

Prendo spunto dal botta e risposta di questi giorni (l'ultimo sulla Repubblica di oggi) tra il Ministro dei Beni Culturali Bondi (il quale in realtà si limita ad andare dritto per la sua strada intento com'è è scriver poesie...) e i massimi esponenti della cultura italiana in questo momento, tra cui Antonio Paulucci, storico dell'arte di grandissimo valore, persona di infinito spessore alla guida dei Musei Vaticani e Salvatore Settis che davvero non ha bisogno di presentazione.
Dopo aver tagliato di oltre 1 miliardo i fondi destinati al Ministero per il triennio 2009-2011 (ma questa può essere anche vista come una scelta obbligata, ma comunque discutibile, in relazione a problemi di natura economica), dopo aver detto chiaramente che non è negli interessi di questo ministero curarsi dell'arte contemporanea, il caro ministro ha ben pensato di inventarsi di sana pianta la nuova figura del Supermanager della direzione generale per la valorizzazione dei Musei...oddio solo a pronunciarlo mi viene il voltastomaco...ma siccome il mondo dell'arte sarà il mio mestiere mi trattengo e vado avanti.
Ora, i compiti di questa nuova figura sono, in ordine di importanza, autorizzare i prestiti per le mostre (sempre più senza un progetto educativo alla base e sempre più pericolose per lo stato di salute delle opere stesse), supervisionare i programmi di ricerca scientifica e la codifica di criteri di valutazione per l'affidamento in comodato o in deposito di beni da parte dei musei...in sostanza, come esplicita chiaramente Settis ma anche qualunque altra persona di buon senso si parla solo ed esclusivamente di un ritorno economico; non c'è traccia di un programma culturale o di una valorizzazione del nostro patrimonio artistico nelle coscienze degli italiani e degli stranieri. Niente di niente.
Ma non è tutto: ricevuto un due di picche da Paolucci, Bondi ha pensato bene di ripiegare su Mario Resca di cui vi prego di leggere il curriculum su questo link http://www.eni.it/it_IT/azienda/organigramma/consiglio-amministrazione/mario-resca.shtml ... fffatto??
Bene, a questo punto avrete ottenuto da soli il senso del mio post di oggi...ma che cavolo ci sta a fare una persona di questo tipo, un dirigente di Mc Donald's, nelle vesti di colui che deve decidere delle sorti culturali del nostro paese?? Ma non ci sono già abbastanza drammi?
Il 15 novembre il Dottor Resca scrive: il patrimonio culturale italiano è "una miniera di petrolio a costo zero", su cui "è necessario fare marketing" "generando ricavi"............................................
................................è necessario che io commenti?
Scherzi a parte, la situazione è davvero grave. Queste nuove intuizioni manageriali non portano da nessuna parte; le mostre blockbuster (vedi Brescia e Vittoriano) non fanno che togliere soldi ai progetti che i Musei delle varie città italiane, con la loro storia così profondamente intrecciata al territorio e alla gente che gli vive intorno, non riescono quasi mai a portare a termine; dietro alla salvaguardia del nostro patrimonio culturale, lo stesso che potrebbe far risorgere l'Italia dalle sue ceneri come la nuova Fenice, non esiste nessun progetto ma solo l'intento di far entrare nelle casse dello Stato i soldi necessari per tagliare qualche altro buco. Sia ben chiaro: nella nostra epoca l'arte per l'arte è un'utopia bella e buona e chi lavora in questo campo dovrà pur guadagnarci, i fondi necessari alla manutenzione e al restauro devono essere sempre presenti, ma tra questo e un ribaltamento dei valori di fondo, c'è una bella differenza.
Oggi tornavo dalla mia giornata di tirocinio e passeggiavo sotto al sole tra le vie di Trastevere: io amo la mia città. Profondamente. Amo le cose belle. Quando mi sento un po' insicura sul mio futuro professionale penso sempre che, comunque vada, io mi ritroverò sempre in mezzo a delle cose BELLE, nel senso estetico ma anche etico della parola. Il bello di Winckelmann ma liberato da ogni vincolo di etichetta. Il Bello è un diritto è un dovere secondo me. Ho diritto a fruire di un'opera d'arte in tutta la sua pienezza perchè qualcuno l'ha pensata anche per me. Ho diritto a farla conoscere agli altri in tutte le sue componenti storico artistiche perchè l'arte è di tutti. Anche se non ci appartiente, tutti possiamo apprezzarla o anche solo guardarla.
Se qualcuno, facendolo, come me, proverà anche solo un pizzico di piacere, bhè quella è una persona fortunata.

Laocoonte - Musei Vaticani

1 commento:

Ado ha detto...

La particolarità della vicenda, un manager di Mc Donald's prestato all'arte, ha interessato e stupito anche media stranieri "Economist", "The Independent" e il "New York Times".